Analisi Cliniche

Le 100 domande sull'HPV


Alcune informazioni sul virus HPV: informazioni brevi per le utenti Queste informazioni sono rivolte in particolar modo alle donne invitate a fare un test per la ricerca del virus HPV (test HPV) nell’ambito dei programmi di screening per la prevenzione del tumore del collo dell’utero. 1. Che cos’è il virus HPV? L’HPV (papilloma virus umano) è un virus che provoca un’infezione molto frequente, che la maggior parte delle donne prende almeno una volta nella vita. 2. Che cosa fa questa infezione? In genere non causa alcuna alterazione e si risolve da sola. In una minoranza di casi provoca delle lesioni a livello del collo dell’utero. La maggior parte delle lesioni guarisce spontaneamente ma alcune, se non curate, progrediscono lentamente verso forme tumorali. Ci vogliono però molti anni perché le lesioni si trasformino, e solo pochissime delle donne con infezione da papilloma virus sviluppano un tumore del collo dell’utero. 3. Quanto tempo dura l’infezione? La grande maggioranza delle infezioni scompare spontaneamente, circa il 50% nel corso di un anno e circa l’80% in due anni. Quando l’infezione scompare anche il rischio scompare. 4. Come si prende? Si prende per via sessuale, anche se non necessariamente in seguito ad un rapporto sessuale completo. In alcuni casi l’infezione può essere trasmessa da una persona all’altra molti anni dopo che una delle due persone l’ha presa. Il fatto di avere l’infezione può quindi non avere nulla a che fare con l’attuale compagno. 5. Come si cura? Non ci sono ancora medicine per curare questa infezione. In particolare, si è visto che non servono gli antibiotici, gli ovuli o le lavande vaginali. La cosa più importante però è identificare in tempo le alterazioni provocate dal virus, che sono quelle che cerchiamo con il Pap-test. Quindi partecipare allo screening è la cosa più efficace che una donna possa fare per proteggersi. 6. Si può prevenire? E’ molto difficile prevenirla: infatti è un’infezione molto comune, soprattutto fra le persone giovani, e il preservativo non garantisce una prevenzione del 100%. Da alcuni anni c’è un vaccino contro alcuni tipi di virus responsabili di circa il 70%dei tumori del collo dell’utero. 7. Che cos’è il test HPV e come si fa? E’ un esame che si effettua in maniera simile al Pap-test. Il materiale prelevato però non è letto al microscopio, come nel Pap-test, ma sottoposto a un esame di laboratorio per la ricerca del virus. 8. Perché si fa il test HPV? Il test HPV si può fare per diversi motivi: • per selezionare, tra le donne che hanno alcune alterazioni cellulari nel Pap-test (chiamate ASC-US o L-SIL), quelle che devono fare una colposcopia. In questo caso il test HPV è un esame di completamento; • per seguire nel tempo le donne che hanno un test HPV o un Pap-test positivi e una colposcopia negativa o che ha evidenziato lesioni di scarsa rilevanza; • per seguire nel tempo le donne che hanno avuto un trattamento per lesioni pretumorali del collo dell’utero; • infine, il test HPV si può fare come test di screening, al posto del Pap-test. In questo caso se il test HPV è positivo il Pap-test diventa un esame di completamento, che viene chiamato test di triage. 9. Che cosa è la colposcopia? La colposcopia è un controllo simile alla visita ginecologica: il ginecologo usa uno strumento chiamato colposcopio, che serve a illuminare il collo dell’utero e a vederlo ingrandito. Se il ginecologo vede delle alterazioni, fa una biopsia, cioè un piccolo prelievo di tessuto dal collo dell’utero. In genere la colposcopia non è dolorosa. Se le facessero una biopsia, potrebbe sentire un modesto fastidio, come una puntura o un lieve dolore. Talvolta dopo la colposcopia si può avere una piccola perdita di sangue che generalmente cessa da sola in poco tempo. 10. Che cosa succederà dopo aver fatto la colposcopia? Se il suo collo dell’utero risulterà normale o presenterà solo lesioni di scarsa rilevanza non avrà bisogno di cure particolari e il ginecologo le indicherà quali controlli fare successivamente Se invece il ginecologo troverà delle piccole lesioni, lei potrà curare gratuitamente tutte le lesioni al di sopra di un certo livello di gravità presso un centro specializzato di riferimento del programma di screening. 11. Come posso avere altre informazioni sul virus HPV? Guardi le Altre informazioni sul virus HPV: informazioni approfondite per le utenti agli indirizzi: www.osservatorionazionalescreening.it oppure www.gisci.it.: Altre informazioni sul virus HPV:informazioni approfondite per le utenti 9 1. CHE COSA E’ E CHE COSA FA IL VIRUS HPV 1.1 Che cosa è il virus HPV? L’HPV (papilloma virus umano) è un virus che provoca un’infezione molto frequente, che la maggior parte delle donne prende almeno una volta nella vita. 1.2 Che cosa fa questa infezione? Nella maggior parte dei casi si risolve da sola. In alcuni casi l’infezione provoca delle lievi modificazioni alle cellule del collo dell’utero. Queste modificazioni si trovano con il Pap-test, e vengono generalmente descritte utilizzando delle sigle (per esempio ASC-US o L-SIL) che fanno parte di una classificazione internazionale. Se vuole avere ulteriori informazioni sulla classificazione e sulle sigle può leggere la scheda informativa Le sigle dello screening all’indirizzo www.gisci.it/comunicazione. 1.3 Quanto tempo durano le modificazioni cellulari? Le modificazioni cellulari in genere si risolvono da sole nel giro di qualche mese. E’ importante però controllarle nel tempo perché in pochi casi possono diventare lesioni del collo dell’utero, chiamate CIN. Per avere maggiori informazioni sulla CIN può leggere la scheda informativa Le sigle dello screening all’indirizzo www.gisci.it/comunicazione. 1.4 Che cosa succede se le lesioni provocate dall’HPV non vengono trattate? La maggior parte delle lesioni guarisce spontaneamente, ma alcune, se non curate, possono progredire e diventare tumori. Questo però è un evento molto raro e richiede generalmente molti anni. Ancora gli studi non ci permettono di capire quali lesioni guariranno e quali no. Forse però presto potremo capirlo, perché ci sono molti studi in corso. Per ora è importante tenere sotto controllo tutte le lesioni e trattare solo quelle al di sopra di una certa gravità. Infatti le complicanze, dopo i piccoli interventi utilizzati per trattare queste lesioni, sono rare ma esistono. Quindi è giusto riservare i trattamenti a quelle lesioni che rischiano di progredire, cioè, in genere, a quelle che vengono chiamate CIN2 e CIN3. _ Nella maggior parte dei casi le lesioni più piccole, che sono chiamate CIN1, vengono controllate nel tempo con il test HPV o con la colposcopia. 1.5 L’HPV causa il tumore del collo dell’utero? Sì, ma solo pochissime delle donne con infezione da HPV sviluppano un tumore del collo dell’utero. Inoltre ci vogliono molti anni perché le lesioni provocate dal virus si trasformino in tumore. 1.6 Le modificazioni cellulari sono sempre provocate dal virus HPV o possono essere dovute ad altri motivi? Oltre che al virus HPV alcune modificazioni cellulari possono essere dovute a un processo infiammatorio o a un particolare stato ormonale, per esempio la menopausa. 1.7 Le lesioni sono sempre provocate dal virus HPV o possono essere dovute ad altri motivi? Generalmente le lesioni sono provocate dal virus HPV. Però non sappiamo ancora, perché solo pochissime delle donne che hanno il virus sviluppano una lesione. Sicuramente il sistema immunitario, il fumo e altri fattori, hanno un ruolo importante. 1.8 L’infezione da virus HPV è più frequente adesso o c’è sempre stata? L’infezione c’era anche prima, ma solo da pochi anni è stato scoperto che il virus HPV può causare il tumore del collo dell’utero e sono stati sviluppati test utili per la sua diagnosi. 1.9 Il virus HPV che causa il tumore del collo dell’utero è lo stesso che fa venire i condilomi genitali? Sono virus della stessa famiglia, ma i virus HPV che causano le verruche e i condilomi non provocano il tumore del collo dell’utero. Per questo motivo i virus HPV che causano il tumore del collo dell’utero sono chiamati virus ad alto rischio oncogeno, e quelli che causano i condilomi genitali sono chiamati virus a basso rischio oncogeno. Il test HPV che si fa nello screening serve a identificare solo i virus HPV ad alto rischio oncogeno. 11 2. IL TEST HPV E IL PAP-TEST 2.1 Come si fa il test per il papilloma virus (HPV)? E’ un esame simile al Pap-test. Il materiale prelevato però non è letto al microscopio, come nel Pap-test, ma sottoposto a un esame di laboratorio per la ricerca del virus. Il test HPV che si fa nello screening per la prevenzione del tumore del collo dell’utero serve a identificare solo i virus HPV ad alto rischio oncogeno. 2.2 Perché si fa il test HPV? Il test HPV si può fare per diversi motivi: • per selezionare, tra le donne che hanno alcune modificazioni cellulari nel Pap-test (ASCUS o L-SIL), quelle che devono fare una colposcopia. In questo caso il test HPVè un esame di completamento; • per seguire nel tempo le donne che hanno un test HPV o un Pap-test positivi e una colposcopia negativa o che ha evidenziato lesioni di scarsa rilevanza; • per seguire nel tempo le donne che hanno avuto un trattamento per lesioni pretumorali del collo dell’utero; • infine, il test HPV si può fare come test di screening, al posto del Pap-test. In questo caso, se il test HPV è positivo il Pap-test diventa un esame di completamento che viene chiamato test di triage. 2.3 Tutto quello che abbiamo cercato con il Pap-test non c’entra niente con questo nuovo virus? No, c’entra moltissimo, perché con il Pap-test possiamo vedere al microscopio proprio le modificazioni cellulari provocate dal virus HPV. Il Pap-test rimane un esame molto utile, che è servito a diminuire tantissimo la mortalità per il tumore del collo dell’utero, e che è ancora usato come test di screening in molti programmi italiani. 2.4 Perché si può fare lo screening con il test HPV al posto del Pap-test? Lo screening con il test HPV al posto del Pap-test si può fare perché molti studi hanno dimostrato che il test HPV trova più lesioni del collo dell’utero di quelle che trova il Paptest ed è quindi più protettivo. Inoltre, il test HPV trova queste lesioni più precocemente, e quindi deve essere ripetuto ogni cinque anni invece che ogni tre anni come il Pap-test. 2.5 Perché lo screening con HPV è raccomandato dopo i 30-35 anni? Lo screening con HPV è raccomandato dopo i 30-35 anni perché nelle donne più giovani le infezioni da HPV sono molto frequenti, ma nella maggior parte dei casi regrediscono spontaneamente. Lo screening con HPV nelle donne sotto i 30-35 anni porta a trovare, e quindi a trattare, delle lesioni che sarebbero regredite spontaneamente. Sotto i 30-35 anni è raccomandato lo screening con il Pap-test. 2.6 Come si fa lo screening con HPV? Se sarà invitata a fare lo screening con il test HPV, farà un prelievo sia per il test HPV sia per il Pap-test. Il Pap-test però sarà letto solo se il test HPV sarà positivo. Nello screening con HPV, infatti, il Pap-test è un esame di completamento che viene fatto in caso di test HPV positivo. 2.7 Nello screening con HPV che cosa succede se il test HPV è negativo? Se il suo test HPV sarà negativo, lei sarà invitata di nuovo a fare lo screening dopo 5 anni. In questi cinque anni non sarà necessario fare un Pap-test: infatti il test HPV è il nuovo test di screening che sostituisce il Pap-test. 2.8 Nello screening con HPV che cosa succede se il test HPV è positivo? Se il suo test HPV sarà positivo sarà esaminato anche il suo Pap-test: • se nel suo Pap-test saranno trovate delle modificazioni, lei sarà invitata a fare una colposcopia; • se invece il suo Pap-test sarà normale (significa che il virus non ha causato modificazioni), sarà invitata a fare un test HPV dopo 1 anno per capire se c’è ancora l’infezione. Sappiamo infatti che una buona parte delle infezioni scompare spontaneamente entro 1 anno. • se dopo 1 anno il test HPV di controllo sarà ancora positivo sarà invitata a fare una colposcopia, anche se il suo Pap-test risulterà normale. 2.9 Che cosa è la colposcopia? La colposcopia è un controllo simile alla visita ginecologica: il ginecologo usa uno strumento chiamato colposcopio, che serve a illuminare il collo dell’utero e a vederlo ingrandito. Se il ginecologo vede delle modificazioni, fa una biopsia, cioè un piccolo prelievo di tessuto dal collo dell’utero. In genere la colposcopia non è dolorosa. Se le facessero una biopsia, potrebbe sentire un modesto fastidio, come una puntura o un lieve dolore. 2.10 Che cosa succede se la biopsia è positiva? Se dalla biopsia risulterà che lei ha delle lesioni al collo dell’utero, lei potrà curare gratuitamente presso un centro specializzato tutte quelle al di sopra di un certo livello di gravità. Per le lesioni meno gravi basterà fare i controlli che le verranno indicati presso un centro di riferimento del programma di screening. 2.11 Perché nello screening con HPV non viene sempre letto anche il Pap-test? Perché gli studi hanno dimostrato che se si leggesse sempre anche il Pap-test si manderebbero a fare la colposcopia molte donne che non hanno nessuna lesione. 2.12 Perché il mio programma di screening non mi ha invitato a fare il test HPV al posto del Pap-test? Ci sono due motivi per cui lei potrebbe non essere stata ancora invitata a fare lo screening con il test HPV: • perché il programma di screening della sua Azienda non è passato al test HPV come test di screening; • perché lei ha meno di 30-35 anni, cioè non rientra ancora nella fascia d’età giusta per fare lo screening con il test HPV (e quindi è stata invitata a fare lo screening con il Pap-test). Infatti, in Italia fino al 2012 il Pap-test era l’unico test di screening, e il test HPV poteva essere adottato solo in alcuni “progetti pilota”. Grazie ai risultati di grandi studi condotti in Europa e in Italia, le indicazioni sono cambiate: dal 2013, infatti, per le donne con più di 30-35 anni anche il test HPV può essere utilizzato come test di screening. Attualmente le strategie di screening possibili in Italia sono due: test HPV ogni 5 anni o Paptest ogni tre anni. 2.13 Striscio o Pap-test sono la stessa cosa? Sì, spesso i due termini vengono usati per dire la stessa cosa. A volte però per striscio si intende solo l’esame che si fa per vedere se c’è un’infezione vaginale. 2.14 Posso fare il Pap-test se ho il sospetto di avere una vaginite? Se ha il sospetto di avere una vaginite (cioè sente un bruciore intenso e/o molto prurito e/o molte perdite) è sconsigliabile eseguire il Pap-test perché è più difficile riuscire a interpretarlo correttamente. E’ preferibile rivolgersi prima al medico di fiducia che prescriverà l’eventuale terapia. 2.15 Che cosa si vede facendo il Pap-test? Si possono vedere eventuali modificazioni cellulari. 2.16 Con il Pap-test si vede il virus HPV? No, il virus HPV non si vede con il Pap-test. Però il Pap-test può mostrare le modificazioni cellulari dovute alla presenza del virus. 2.17 Ci sono esami del sangue specifici per il virus HPV? No, nella pratica corrente non ci sono esami del sangue specifici per il virus HPV. 3. COME SI TRASMETTE L’INFEZIONE? 3.1 Come si prende l’infezione? L’infezione si prende per via sessuale, anche se non necessariamente in seguito a un rapporto sessuale completo. Infatti, l’infezione da HPV è molto frequente e viene facilmente trasmessa tra uomini e donne e fra partners dello stesso sesso, anche in assenza di penetrazione. Non si possono escludere vie indirette di infezione, dato che il virus è stato trovato anche nella bocca e sotto le unghie. 3.2 All’infezione sono esposte solo le donne? No, la possono avere sia gli uomini sia le donne. Però il virus HPV più raramente provoca manifestazioni nell’uomo. 3.3 Il mio compagno deve fare qualche controllo? No, non esiste allo stato attuale una indicazione a fare il test HPV nell’uomo, perché è molto complicato fare il prelievo, ma soprattutto perché non è utile. 3.4 Come prende l’infezione un uomo? Generalmente per via sessuale, come la donna. 3.5 Ma io quando ho preso il virus HPV? Non si può conoscere il momento esatto del contagio, che può risalire a molti anni prima. Si può infatti rimanere portatori del virus HPV per molti anni senza avere sintomi: una persona, cioè, non si accorge di avere l’infezione. La maggior parte delle infezioni scompare spontaneamente, circa il 50% nel corso di un anno e circa l’80% in due anni. Una persona rimane portatrice finché l’infezione non va via. 3.6 Esistono portatori sani che trasmettono l’infezione ma non manifestano mai la malattia? Questo è proprio il caso più frequente. In genere infatti sia l’uomo sia la donna non hanno manifestazioni evidenti dell’infezione, ma sono in grado di trasmetterla. 3.7 Se ho avuto un solo compagno da chi ho preso l’infezione? Molto probabilmente lei ha preso l’infezione dal suo compagno. Ma lui può avere contratto il virus molti anni prima di conoscerla. In qualche caso infatti sia gli uomini sia le donne possono rimanere portatori del virus per molti anni. 3.8 Devo dire al mio compagno che ho questa infezione, e lui deve fare qualche controllo? Decida lei se parlarne con il suo compagno, non è così indispensabile: il virus HPV molto raramente provoca manifestazioni nell’uomo. Il controllo del suo compagno infatti non aggiunge informazioni utili né per lei né per lui, perché un test HPV negativo non significa che l’infezione non ci sia stata. L’infezione, infatti, potrebbe essere avvenuta nel passato ed essere già regredita. Inoltre, il prelievo per il test HPV nei maschi è complesso, in quanto deve essere effettuato con più modalità. Quindi, non sembra utile far sottoporre il compagno al test per l’HPV. 3.9 Come mai nel caso del papilloma virus il preservativo è meno efficace che in altre infezioni? Probabilmente perché il virus HPV si trova anche sulla pelle non protetta dal preservativo, nella bocca e sotto le unghie. 3.10 E’ necesario che cambi le mie abitudini sessuali? Il fatto di avere un’infezione da HPV non deve portare a un cambiamento delle abitudini sessuali. L’infezione è infatti molto comune, la trasmissione al proprio compagno o compagna può sfuggire a qualsiasi misura che potremmo mettere in atto e, infine, non provoca alcuna conseguenza nella maggioranza dei casi. 3.11 E’ necesario che modifchi il mio stile di vita? Se fuma deve sapere che il fumo di tabacco è un importante fattore di rischio per le lesioni pretumorali e per il tumore del collo dell’utero, quindi è fondamentale smettere di fumare. 3.12 Le donne che hanno rapporti sessuali con altre donne e le donne bisessuali possono prendere l’infezione da HPV? Sì, alcuni studi fatti con donne che avevano rapporti sessuali con altre donne e con donne bisessuali hanno trovato che tra il 3% e il 30% di loro aveva un test HPV positivo. Quindi l’infezione da HPV si può prendere anche attraverso rapporti sessuali tra donne, anche se il rischio di prenderla attraverso rapporti sessuali con uomini è probabilmente maggiore. 3.13 Come mai anche le donne che non hanno rapporti sessuali con uomini possono avere l’infezione da HPV? Si pensa che sia dovuto al fatto che l’infezione si può trasmettere non solo con lo sperma, ma anche attraverso un contatto con la pelle e le mucose dei genitali e della bocca. Inoltre, si è visto che molte donne che hanno rapporti sessuali con altre donne, o le loro compagne, in passato hanno avuto rapporti sessuali con uomini. 3.14 Le donne che hanno rapporti sessuali con altre donne devono fare lo screening? Sì, è importante che le donne che hanno rapporti sessuali con altre donne facciano lo screening. Anche tra di loro, infatti, sono stati osservati casi di lesioni o di tumori del collo dell’utero. 3.15 Come posso avere altre informazioni su questo argomento? _ Può guardare nel sito dello screening inglese: AGGIORNAMENTO: MAGGIO 2015 Le 100 DOMANDE sull’HPV Informazioni approfondite per le utenti 17 • un opuscolo informativo per le donne lesbiche e bisessuali: NHS Cervical Screening Programme. Cervical screening for lesbian and bisexual women. www.cancerscreening.nhs.uk/cervical/publications/lesbian-bisexual-leaflet-sep09.pdf (ultimo accesso 26 aprile 2015). • uno studio della letteratura su questo argomento: Fish, J (2009). Cervical screening in lesbian and bisexual women: a review of the worldwide literature using systematic methods. De Montfort University, Leicester. www.cancerscreening.nhs.uk/cervical/publications/lesbian-bi-literature-review.html (ultimo accesso 26 aprile 2015). • un articolo nel rapporto annuale dello screening inglese: Dispelling the myths: cervical screening and lesbians. www.cancerscreening.nhs.uk/cervical/publications/cervical-annual-review-2009.pdf 3.16 Dopo la menopausa si può prendere ancora l’infezione da HPV? Sì, anche se l’infezione è molto più rara dopo la menopausa, sia perché le occasioni di contagio sono meno frequenti, sia perché la conformazione del collo dell’utero cambia rendendolo meno esposto alle infezioni. 3.17 Se ho il virus HPV in caso di gravidanza ci sono rischi per il bambino? No, finora non è stato dimostrato alcun rischio per il bambino. Se durante la gravidanza le trovassero delle lesioni del collo dell’utero, potrà tenerle controllate, e rimandare la terapia dopo il parto. Per quanto riguarda i condilomi genitali, che sono causati da un tipo di HPV diverso da quello che causa il tumore del collo dell’utero. 3.18 Se ho il virus HPV posso allattare il mio bambino? Sì, se ha il virus HPV può allattare lo stesso il suo bambino. 3.19 Se ho il virus HPV posso donare il sangue? Sì, perché il virus non si trova nel sangue. 3.20 Mi hanno tolto l’utero: devo fare il test HPV? No, perché i tumori della vagina, che possono essere provocati dal virus, sono molto rari. 4. COME SI CURA L’INFEZIONE DA HPV? 4.1 Come si cura il virus HPV? Non ci sono ancora medicine per curare l’infezione da HPV. Possiamo però trattare, se necessario, le lesioni provocate dal virus HPV. 4.2 Come si trattano le lesioni? Generalmente le lesioni sono trattate con piccoli interventi chirurgici, fatti in ambulatorio e con un’anestesia locale. Attualmente l’indicazione è quella di trattare solo le lesioni preinvasive CIN2 e CIN3. Esistono vari tipi di trattamento: alcuni prevedono la distruzione dell’area alterata e sono poco utilizzati, altri permettono di asportare la lesione insieme a una piccola zona di tessuto sano circostante. In genere si preferisce questo secondo tipo di trattamento perché consente un esame del tessuto al microscopio. Questo intervento si chiama conizzazione e può essere effettuato con due tecniche: • la resezione con ansa, che è un filo metallico sottile che taglia e coagula contemporaneamente; questa tecnica è detta anche escissione con radiofrequenza o LEEP (sigla che deriva da termini inglesi); • il laser, che è uno strumento che sfrutta la capacità di un raggio di tagliare e coagulare contemporaneamente. In alcune situazioni le due tecniche possono essere usate insieme. _ L’obiettivo della terapia è eliminare le cellule contenute nell’area interessata dalla CIN distruggendo meno tessuto sano possibile. 4.3 Dopo il trattamento la vita sessuale sarà come prima? La donna potrà ancora rimanere incinta? In caso di gravidanza ci saranno problemi? Il trattamento non ha conseguenze sulla futura vita sessuale e, nella maggioranza dei casi, neanche per le gravidanze successive. In particolare, le tecniche chirurgiche usate attualmente (chiamate tecniche di escissione con ansa diatermica-LEEP) sono meno invasive e non sembrano aumentare significativamente i rischi in una gravidanza successiva, a meno che non sia stato necessario ripetere più volte i trattamenti o non sia stata effettuata un’ asportazione di una parte del collo dell’utero a forma di cono (“conizzazione”) particolarmente estesa. Infatti, da molti studi emerge che è la quantità di tessuto rimossa dalla cervice che influenza il rischio di parto prima del termine e, di conseguenza, di partorire bambini di basso peso alla nascita. Tali condizioni possono però essere trattate con adeguata assistenza ostetrica durante la gravidanza e assistenza neonatologica alla nascita. E’ necessario pertanto comunicare sempre al proprio ginecologo se in passato sono stati fatti dei trattamenti al collo dell’utero. 4.4 Dopo il trattamento il virus scompare? Dopo il trattamento delle lesioni il virus può andar via o, in qualche caso, rimanere. L’importante è continuare i controlli periodici previsti dal Centro in cui è seguita. Avere l’HPV non vuol dire infatti avere una lesione né tanto meno avere un tumore, vuol dire essere portatori di un virus da controllare nel tempo. La terapia delle lesioni è molto efficace: in circa il 90% dei casi non si ripresentano. 4.5 Se dopo il trattamento il test HPV è positivo si deve rifare l’intervento? No, bisogna solo continuare a fare i controlli che sono stati consigliati. 4.6 Quali sono questi controlli? In genere si consiglia di rifare il Pap-test, oppure il test HPV, o tutti e due gli esami. Alcuni centri prevedono anche la colposcopia. 4.7. Per quanto tempo bisogna fare i controlli? I controlli dipendono dalla gravità della lesione trattata, dal tipo di trattamento che è stato fatto e dai protocolli del centro di screening. Dipendono anche da quanto rapidamente il test HPV diventa negativo dopo il trattamento. 4.8 Se dopo il trattamento il test HPV è negativo vuol dire che non si prenderà più l’infezione? Nella maggior parte dei casi, se 6-12 mesi dopo il trattamento il test HPV è negativo, l’infezione causata da quel tipo di virus non si ripresenterà. Non si può escludere però che a volte il virus rimanga presente in quantità così piccole da non essere identificato con il test HPV. In questo caso il test potrebbe diventare positivo a un controllo successivo. Inoltre, è possibile prendere una nuova infezione con lo stesso tipo o con tipi diversi di HPV. 5. IL VACCINO CONTRO IL VIRUS HPV 5.1 Si può prevenire l’infezione da virus HPV? L’unico metodo per prevenire l’infezione da HPV è la vaccinazione. L’infezione infatti è molto comune, soprattutto fra le persone giovani, e il preservativo non garantisce una protezione al 100% . C’è ora un vaccino contro i due tipi di virus responsabili di più del 70% dei tumori del collo dell’utero. In tutte le Regioni italiane nel 2008 è partita la campagna di vaccinazione gratuita per le ragazze nel 12° anno di vita (cioè che hanno compiuto 11 anni). In molte Regioni la vaccinazione ha coinvolto anche ragazze di altre fasce d’età. Maggiori dettagli si possono trovare seguendo questo link: www.epicentro.iss.it/problemi/hpv/aggiornamenti.asp. 5.2 Di che vaccino si tratta? In Italia dal 2007 è stato autorizzato l’uso di due vaccini: _ il Gardasil®, rivolto contro quattro tipi di virus HPV (vaccino quadrivalente): due di questi virus sono tra i responsabili del tumore del collo dell’utero (16 e 18); gli altri due (6 e 11) sono responsabili dei condilomi genitali; _ il Cervarix®, efficace solo contro due tipi di HPV (16 e 18) che sono tra i responsabili del tumore del collo dell’utero (vaccino bivalente). _ Il vaccino serve a prevenire le infezioni ma non a curarle. 5.3 I vaccini sono efficaci? Il Gardasil® e il Cervarix® si sono dimostrati molto efficaci (quasi al 100%) nei confronti delle lesioni provocate dai due tipi di papilloma virus contro cui sono diretti: il 16 e il 18, nelle donne che non sono state ancora infettate da questi tipi di HPV. Questi due tipi sono responsabili di oltre il 70% dei casi di tumori del collo dell’utero. Rimane una parte di tumori dovuta ad altri tipi contro cui questi vaccini non sono efficaci o possono avere al massimo una parziale efficacia. Molti studi hanno infatti dimostrato che i due vaccini forniscono un certo grado di protezione anche verso l’infezione provocata da alcuni tipi di HPV non contenuti nei vaccini. Il Gardasil® serve anche a prevenire quasi il 100% dei condilomi genitali. 5.4 Ho 40 anni: devo fare il vaccino? Il vaccino previene l’infezione: la sua efficacia è massima in chi non ha ancora avuto l’infezione, e quindi nelle donne che non hanno ancora avuto rapporti sessuali. L’efficacia nelle donne che hanno già avuto rapporti sessuali è minore, perché è maggiore la probabilità che abbiano un’infezione con il virus HPV. Le donne che hanno un’infezione con un tipo di HPV contenuto nel vaccino saranno comunque protette dall’infezione provocata dagli altri tipi di HPV prevenuti dal vaccino. Inoltre, sappiamo che l’efficacia del vaccino diminuisce con il crescere dell’età. Gli studi che hanno dimostrato l’efficacia del vaccino sono stati fatti prevalentemente in donne tra i 16 e i 25/26 anni, ma ora sappiamo che i vaccini sono efficaci anche nelle donne dai 26 ai 45 anni. In conclusione: riteniamo che il fatto di fare o meno il vaccino sopra i 25 anni sia una scelta individuale, che la donna può prendere dopo che ha consultato il proprio medico ed è consapevole che la protezione offerta dal vaccino potrebbe essere minore rispetto a quella offerta dal vaccino nelle ragazze. 5.5 Insomma chi deve fare il vaccino? Per i motivi che abbiamo detto sopra, la vaccinazione è raccomandata e gratuita per le ragazzine che hanno compiuto 11 anni. Il vaccino è inoltre molto efficace anche per le ragazze fino a 25/26 anni che non hanno avuto rapporti sessuali. Quindi le ragazze e le donne che hanno già avuto rapporti sessuali potranno avere un beneficio parziale perché potrebbero avere un’infezione con un tipo di HPV contenuto nel vaccino. Riteniamo che l’opportunità di fare o meno il vaccino vada discussa col proprio medico. 5.6 Quanto dura l’efficacia del vaccino? Per ora sappiamo che la protezione data dal vaccino dura almeno 8-9 anni, ovvero per tutto il periodo di osservazione fatto finora. 5.7 Dopo il vaccino non bisogna più fare lo screening? No, dopo aver fatto il vaccino sarà importante continuare a fare lo screening, perché il vaccino previene più del 70% dei tumori del collo dell’utero, ma non il 100%. 5.8 Come si fa il vaccino? Ambedue i vaccini hanno recentemente cambiato schedula vaccinale, che varia in funzione dell’età della donna. _ Cervarix®: fino a 14 anni è somministrato in due dosi, con un intervallo di 6 mesi tra la prima e la seconda dose. Dai 15 anni è somministrato in tre dosi, lasciando trascorrere un intervallo di 1 mese tra la prima e la seconda dose e un intervallo di 5 mesi tra la seconda e la terza. _ Gardasil®: fino a 13 anni può essere somministrato in due dosi con un intervallo di 6 mesi fra la prima e la seconda dose. In alternativa può essere somministrato in tre dosi con la schedula classica. Dai 14 anni viene somministrato in tre dosi, lasciando trascorrere un intervallo di 2 mesi tra la prima e la seconda dose e un intervallo di 4 mesi tra la seconda e la terza. _ Sia per Cervarix® sia per Gradasil® è necessario che l’intervallo fra le due dosi sia di almeno 6 mesi, se l’intervallo è inferiore è necessario fare anche una terza dose. _ Preferibilmente l’iniezione deve essere fatta nella parte alta del braccio. 5.9 E’ sicuro questo vaccino? Sì, perché per fare entrambi i vaccini si usa solo il guscio vuoto del virus che non contiene il materiale genetico (DNA) indispensabile per permettere al virus di riprodursi e causare una infezione. In questo modo non c’è nessuna possibilità che il vaccino provochi l’infezione. 5.10 Che reazioni si possono avere dopo aver fatto il vaccino? Il vaccino provoca abbastanza spesso alcuni sintomi come febbre, dolore, gonfiore e arrossamento nella zona dove è stata fatta l’iniezione, oppure mal di testa o dolori muscolari. Il vaccino è stato sperimentato su migliaia di donne e si è dimostrato sicuro. Ma, come per tutti i nuovi farmaci, non sappiamo se può provocare delle reazioni molto rare quando verrà usato in un numero molto più grande di persone. Per questo motivo è importante segnalare al proprio medico eventuali sintomi particolari. 5.11 Il vaccino è obbligatorio? E’ gratuito? No, il vaccino non è obbligatorio. E’ raccomandato e gratuito per le ragazzine che sono nel 12° anno di vita (cioè che hanno compiuto 11 anni). In alcune Regioni il vaccino è gratuito anche per altre fasce di età al di sotto dei 25 anni. Le donne che desiderano fare il vaccino fuori da queste fasce d’età dovranno pagarlo. 5.12 Quanto costa il vaccino? Il prezzo al pubblico del Gardasil® è di 171,64 euro per dose. Il prezzo al pubblico del Cervarix® è di 156,79 euro per dose. Per le donne fino ai 26 o fino ai 45 anni (anche in questo caso ci sono variazioni fra Regioni) il vaccino può essere disponibile a un prezzo “agevolato” presso le strutture del Servizio sanitario nazionale deputate all’erogazione delle vaccinazioni. La fascia d’età e il contributo variano da Regione a Regione. I dettagli sono reperibili sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità(www.epicentro.iss.it/problemi/hpv/2014.asp) e sul sito dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (www.who.int/mediacentre/factsheets/fs380/en/#.VT9ylbAJ9JM.mailto). 5.13 Bisogna andare dal medico per farsi ordinare il vaccino? No, per le ragazzine che hanno compiuto 11 anni non è necessario, perché ricevono l’invito a fare il vaccino direttamente dalla propria ASL. Per le altre fasce d’età per comprare il vaccino occorrerà la richiesta del medico. Alcune indicazioni, però, possono cambiare da Regione a Regione, quindi per avere informazioni precise è meglio telefonare ai centri vaccinali della propria ASL. 5.14 Bisogna fare un test HPV prima di vaccinarsi? Sotto i 25 anni non si dovrebbe fare il test HPV, infatti a quest’età l’infezione da HPV è molto frequente, e sia l’infezione sia le modificazioni che essa può provocare tendono a scomparire da sole nella maggior parte dei casi. Un test HPV positivo porterebbe ad altri controlli e trattamenti non necessari. Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità non consiglia di fare un test prima di vaccinarsi. Se una donna ha più di 25 anni e desidera vaccinarsi, non ci sono indicazioni sull’opportunità di fare un test HPV. Anche se fosse positiva ad uno dei virus contro cui è diretto il vaccino, la donna potrebbe avere un certo beneficio vaccinandosi contro gli altri tipi. Se risultasse negativa, potrebbe davvero non avere avuto l’infezione in passato, oppure potrebbe averla avuta ed essere guarita. In questo caso il vaccino sarebbe ancora efficace, ma non sappiamo ancora dire quanto. Inoltre, la donna dovrebbe anche sapere che il test è a suo carico. 5.15 Dopo il vaccino si devono fare controlli? E se sì, solo con il Pap-test o anche con il test HPV? Non servono controlli specifici per il vaccino. Dato che la vaccinazione non protegge da tutti i tipi di HPV ad alto rischio oncogeno bisogna continuare a fare regolarmente lo screening a partire dai 25 anni (ogni tre anni per i programmi che utilizzano il Pap-test come test di screening, ogni 5 anni per i programmi che utilizzano il test HPV). 5.16 Dopo le prime tre dosi del vaccino bisogna fare dei richiami? Per ora sappiamo che la protezione data dal vaccino dura almeno 8-9 anni. Nei prossimi anni sapremo se e quando occorrerà fare dei richiami. 5.17 Perché la vaccinazione è offerta gratuitamente ai maschi solo in alcune Regioni? Perché nell’uomo il virus HPV provoca molto più raramente tumori (in genere all’ano, al pene e alla bocca). Dagli studi più recenti sembra però che questi tumori siano in aumento. Inoltre, dagli studi che sono stati fatti sappiamo che per ridurre in futuro il rischio di tumore nelle donne sarebbe sufficiente vaccinare la maggior parte delle ragazzine. Quello che succede, però, è che solo una parte delle ragazzine si vaccina. In più, occorre considerare che se si vaccinassero anche i maschi aumenterebbero molto anche i costi. Il vaccino è efficace anche nei maschi, e per questo motivo alcune Regioni hanno cominciato la vaccinazione nei giovani maschi, mentre altre hanno valutato che fosse più conveniente concentrare le risorse nella vaccinazione delle ragazze. Comunque, come raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) la vaccinazione per le giovani donne è la strategia di sanità pubblica che comporta il migliore rapporto tra i costi e i benefici contro il carcinoma della cervice uterina. Ci sono comunque alcuni gruppi di uomini, in particolare gli omosessuali che hanno rapporti sessuali con molti partner, che hanno un rischio molto alto di sviluppare tumori all’ano o al pene, tumori che sono spesso causati dal virus HPV. A questi gruppi di persone il vaccino può portare un vantaggio di salute rilevante. Anche gli uomini e le donne positivi al virus HIV (responsabile della sindrome da immunodeficienza acquisita, AIDS) dovrebbero essere vaccinati, perché hanno un rischio maggiore di sviluppare tumori provocati dal virus HPV. 5.18 Se una donna ha fatto un trattamento per lesioni del collo dell’utero, può fare il vaccino? Se una donna ha fatto un trattamento per delle lesioni del collo dell’utero, potrebbe avere già avuto l’infezione con uno dei tipi contenuti nel vaccino. In questi casi il vaccino rimane efficace per prevenire le infezioni provocate dagli altri contenuti nel vaccino, e potrebbe essere utile per prevenire lesioni successive. 5.19 Stanno facendo altri studi sul vaccino? Sì, ci sono studi sull’efficacia del vaccino nelle donne sopra i 26 anni e nei maschi, e studi su nuovi vaccini in grado di prevenire l’infezione provocata da un numero maggiore di tipi. Si sta anche studiando un vaccino che possa curare le infezioni e non soltanto prevenirle. Ci sono poi studi sull’effetto che il vaccino avrà sullo screening, sui suoi costi, su come sarà accettato dalle donne e su eventuali reazioni rare o a lungo termine. 5.20 Come posso avere altre informazioni sul vaccino HPV? Può chiederle al suo medico di fiducia. Può guardare il sito di Epicentro: www.epicentro.iss.it/problemi/hpv/studi.asp 6. CONDILOMI E VERRUCHE 6.1 Il virus HPV che causa il tumore del collo dell’utero è lo stesso che fa venire le verruche delle mani e dei piedi? Sono virus della stessa famiglia, ma i virus HPV che causano le verruche non provocano il tumore del collo dell’utero. 6.2 Il virus HPV che causa il tumore del collo dell’utero è lo stesso che fa venire i condilomi genitali? Sono virus della stessa famiglia, ma i virus HPV che provocano i condilomi genitali generalmente non provocano il tumore del collo dell’utero. Per questo motivo i virus HPV che provocano i condilomi sono chiamati virus a basso rischio Oncogeno. 6.3 Che cosa sono i condilomi genitali? I condilomi genitali (chiamati anche condilomi floridi o condilomi acuminati o creste dingallo) sono delle piccole escrescenze che possono comparire sui genitali della donna e dell’uomo. Provocano bruciore e prurito ma non sono pericolose. 6.4 Come si curano? In genere si curano con il laser. Quando i condilomi sono piccoli si possono usare anche delle creme che vanno applicate regolarmente per un certo periodo. 6.5 Il mio compagno mi può attaccare i condilomi? Sì, i condilomi possono essere trasmessi dal partner. 6.6 Se ho dei condilomi genitali, in caso di gravidanza ci sono rischi per il bambino? Se durante la gravidanza le trovassero dei condilomi genitali, nella maggior parte dei casi questi potranno essere trattati con un’anestesia locale. Dopo la terapia lei potrà partorire normalmente per via vaginale. Avere dei condilomi genitali non è di per sé un’indicazione al taglio cesareo. A volte però il cesareo può essere consigliato se nella vagina o nella vulva i condilomi sono molto numerosi. Inoltre, anche se molto raramente, in questi casi il virus HPV potrebbe passare al bambino e causare dei problemi respiratori. Sarà il suo ginecologo, dopo averla visitata, a consigliarle che cosa è meglio fare nel suo caso.